Mi perdo nel viso,
nei seni pianeti
nei fianchi esauditi
di cielo e sostanza,
la terra alla pelle e
glutei alle zolle
cosparso velluto,
organza la stanza
del nostro parlare.
Trattengo l'estate
nei tumulti
carnale vino bevuto a gocce,
siamo sole e luna
disposti a osannare.
Guardandoti nuda
contemplo
il femminile negli
occhi tuoi tesi,
spettatrice e attrice
del mio recitare,
e il nostro intimo da
inconsapevoli amarti.
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